Dipartimento Politiche Organizzative, Servizi Privati e Bilateralità
I recenti scandali finanziari hanno minato la fiducia dei risparmiatori nel sistema di gestione degli investimenti. Ricostruire la fiducia vuol dire individuare le problematiche irrisolte ed affrontarle con una decisa e corale iniziativa da parte degli operatori del mondo bancario e finanziario e delle istituzioni preposte, ma anche concordare con le associazioni dei consumatori elementi di trasparenza, correttezza e qualità del servizio, parole d’ordine di chi oggi vuole chiedere nuova fiducia al mercato.
Pietro Giordano, Adiconsum: “Per ricostruire un rapporto di fiducia tra banche e famiglie occorrono strumenti di aiuto concreto. L’Abi sottoscriva, come fatto con Confindustria,un Avviso comune con i consumatori, per la sospensione e l’allungamento delle rate di qualsiasi finanziamento e rafforzi, di raccordo con le Associazioni Consumatori, il Piano Famiglia”
Le banche non sono un servizio pubblico e questo i consumatori lo sanno.
Noi chiediamo alle banche di svolgere un ruolo sociale – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – instaurando anche con i consumatori un rapporto di trasparenza che spesso è mancato ed un accesso al credito per le famiglie al pari di quello che le banche consentono alle imprese.
Ricordiamo a Mussari che il Paese reale con cui dice di voler ristabilire un rapporto di fiducia è fatto anche dalle famiglie che si rivolgono alla propria banca per chiedere un mutuo, per chiedere un finanziamento per l’acquisto di un’auto o dei mobili della casa e che anche le famiglie sono clienti della banca e che vanno considerati alla stregua delle imprese, con gli stessi diritti.
Per questo Adiconsum – prosegue Giordano – chiede ad Abi in una lettera ed a tutto il sistema bancario di ampliare il confronto con le associazioni consumatori. La moratoria dei mutui è solo un primo passo. Da tempo chiediamo un provvedimento simile per le operazioni di accesso al credito per le famiglie. Le condizioni, visto il tasso dell’1 per cento ottenuto dalle banche dalla BCE, lo permettono e la grave situazione economica di moltissime famiglie italiane lo impone.
Pietro Giordano, Adiconsum: “Sì all’accordo, ma non basta una proroga fino a luglio. Bisogna individuare misure stabili e utili a sostenere le famiglie indebitate”
Sì ad un Fondo mutualistico stabile e solidaristico
L’accordo tra Abi e Associazioni consumatori ricalca in larga parte il precedente Piano ed è stato sottoscritto da Adiconsum per senso di responsabilità nei confronti delle tante famiglie italiane sovraindebitate.
Adiconsum – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – ritiene che sia ormai tempo di realizzare un Fondo mutualistico stabile a sostegno di quelle famiglie che per il ridimensionamento del loro reddito a causa di eventi come la disoccupazione, la cassa integrazione, ecc., non sono in grado di onorare il proprio debito. Un Fondo realizzato con il contributo sì dei soldi pubblici, ma anche con contributi delle Fondazioni Bancarie e simbolicamente dai consumatori.
Le Banche non requisiscano le abitazioni mettendole all’asta, ma le diano in “affitto” per cinque anni alle stesse famiglie, con canoni mensili dimezzati rispetto al mutuo.
Tra le novità degne di nota nella proroga del Piano Famiglie l’abbassamento a 90 gg. invece che 180, del limite del ritardo dei pagamenti delle famiglie, a causa dell’accordo di Basilea.
Adiconsum ritiene positiva la richiesta congiunta sia da parte di Abi che dei Consumatori al Governo di un emendamento che consenta l’accesso al Fondo del Ministero dell’Economia a coloro che non riuscissero, dopo il Piano Famiglie, a riprendere i pagamenti.
In particolare Adiconsum – sottolinea Giordano – ha fatto inserire nell’accordo la ricerca congiunta da parte di Abi e Associazioni Consumatori di tutte le misure utili per sostenere le famiglie che non possono far fronte al proprio indebitamento.
CARTE DI PAGAMENTO: AL VIA PROGETTO “FACILE & SICURO”
USO DELLE CARTE DI CREDITO:
AL VIA FACILE&SICURO
Il Movimento Difesa del Cittadino e Adiconsum in collaborazione con UniCredit
lanciano un progetto per promuovere l’utilizzo consapevole della moneta elettronica
“E’ la prima risposta per informare i cittadini sulle novità introdotte dalla Legge Salva Italia”
Roma, 27 gennaio – PIN, POS, ATM, phishing, skimmer, boxing, sono parole sconosciute a molti cittadini. Tutte hanno in comune però l’uso delle carte di credito e del bancomat, i grandi vantaggi e i possibili rischi che questo utilizzo comporta.
Il significato di queste parole e molto altro è oggetto del progetto Facile&Sicuro presentato oggi nella conferenza stampache si è svolta a Roma presso la Sala Donghi, in Via Alessandro Specchi.
Facile&Sicuro è realizzato dal Movimento Difesa del Cittadino e Adiconsum nell’ambito dell’iniziativa Noi&UniCredit che UniCredit gestisce dal 2008 con 12 Associazioni dei Consumatori ed in linea con le attività di Educazione bancaria e finanziaria che il Gruppo porta avanti con un programma dedicato (In-Formati).
Facile & Sicuro ha l’obiettivo di approfondire i motivi dell’uso poco frequente dei sistemi di pagamento elettronici e diffondere la cultura della moneta elettronica. Da uno studio dell’Osservatorio e-Committee dell’ABI (2010) l’Italia risulta notevolmente al di sotto della media europea nell’uso dei pagamenti elettronici attraverso bancomat e carte di credito.
Alla luce della recente Legge del Governo Monti, la cosiddetta “Salva Italia” che ha introdotto il divieto di pagamento in contanti per le pensioni pari o superiori ai 1000 euro e che obbligherà molti cittadini ad aprire un conto corrente (e possedere una carta di pagamento) appare ancora più necessario sensibilizzare opportunamente sull’uso della moneta elettronica.
Facile&Sicuro è la prima risposta alla Legge “Salva Italia” per informare i cittadini su come adeguarsi alla nuova normativa che renderà più diffuso l’utilizzo dei conti correnti e della moneta elettronica anche tra i cittadini più anziani – ha dichiarato Antonio Longo Presidente del Movimento Difesa del Cittadino.
Iniziative congiunte di questo tipo – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – nascono dal comune obiettivo di rendere i consumatori più consapevoli e capaci di realizzare scelte responsabili e sostenibili. Facile&Sicuro rientra nel più ampio accordo “Noi&UniCredit” che il Gruppo bancario ha intrapreso da tempo con le Associazioni dei Consumatori attraverso attività strutturate e diverse iniziative sul territorio.
Da tempo – dichiara Unicredit – stiamo sviluppando iniziative congiunte con le Associazioni dei Consumatori finalizzate ad incrementare la nostra trasparenza e a trasferire maggiore consapevolezza in capo ai Cittadini Consumatori. Il progetto di cui oggi parliamo, in linea con il più ampio programma di Educazione Bancaria “In-Formati” ha proprio lo scopo di rendere più “Facile&Sicuro” l’utilizzo di carte di Credito e Bancomat. Facile perché le informazioni che daremo aiuteranno tutte le persone (anche le meno giovani) a conoscere le potenzialità di questi più che sperimentati mezzi di pagamento.
Sicuro perché insegneremo solo poche regole che se conosciute e rispettate renderanno l’utilizzo delle carte più sicure del contante. Questa iniziativa vuole essere un modo per essere al fianco di quei cittadini direttamente coinvolti dai recenti provvedimenti anti evasione in materia di limitazione di utilizzo del contante”.
Il progetto prevede dei seri incontri con i cittadini e le categorie produttive, l’attivazione di un numero verde e la realizzazione della Giornata Nazionale di “Facile&Sicuro” che vedrà la presenza delle associazioni con dei punti informativi in 20 città italiane. E’ stata realizzata inoltre la Guida di “Facile&Sicuro” distribuita in occasione degli incontri e scaricabile anche dai siti delle due Associazioni e di UniCredit.
A impedire a molti giovani l’accesso a un mutuo per l’acquisto della casa è l’impossibilità di offrire garanzie sufficienti, per esempio un reddito fisso o altre proprietà immobiliari.
Arriva in loro aiuto il Fondo Giovani Coppie, istituto del Ministero della Gioventù, grazie a un accordo con Abi, l’associazione delle banche italiane.
Ecco chi può accedere a questo Fondo:
le coppie regolarmente coniugate o i nuclei familiari monogenitoriali, di età inferiori ai 35 anni e con reddito complessivo ISEE non superiore ai 35mila euro, di cui non più del 50% derivante da un contratto a tempo determinato.
Non si devono possedere altri immobili ad uso abitativo.
Per aderire al Fondo di garanzia sono necessari i seguenti documenti:
una certificazione ISEE;
un’autocertificazione in cui si dichiara il possesso dei suddetti requisiti.
I documenti devono essere consegnati alla banca che provvederà a fare da intermediaria, ma che non ha il diritto di chiedere garanzie aggiuntive come altri immobili di proprietà, fideiussioni da parte di parenti, ecc.
Pietro Giordano, Adiconsum: “La crisi colpisce le famiglie che non riescono a pagare i mutui della casa.”
Necessario un fondo di solidarietà alimentato da banche e consumatori. No alla vendita all’asta degli appartamenti dei debitori in stato di bisogno
“La drammatica crisi economica – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum -che colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione italiana, che non riesce a coprire spesso, per i forti ribassi d’asta, il debito nei confronti delle banche e queste ultime non hanno nessuna remunerazione per lunghi anni del capitale investito, non può risolversi con la vendita all’asta dei loro appartamenti.”
Adiconsum, insieme ad altre associazioni dei consumatori ha chiesto ad Abi che per le famiglie, in stato di sofferenza economica, sia lasciato in affitto, con canoni sopportabili, l’appartamento che verrebbe ad essere alienato con asta giudiziaria. L’affitto potrebbe durare cinque anni dando respiro economico alle famiglie e al contempo realizzerebbe introidi per le banche.
Adiconsum è altresì preoccupata per il rischio di blocco per la locazione dei mutui che, soprattutto per le giovani coppie, è ormai diventato proibitivo. Giovani coppie, spesso con lavoro precario, che non riescono ad accedere al credito, ma anche famiglie che troppo spesso, anche nel futuro, non riusciranno a pagare le rate dei mutui.
In tal senso Adiconsum propone la realizzazione di un fondo solidarietà alimentato con una somma (per esempio di 100 euro) di cui una parte a carica di tutti i mutuatari ( di 50 euro) e una parte a carico delle banche (di 50 euro).
Il fondo di solidarietà potrebbe essere implementato ulteriormente con i residui dei fondi pubblici esistenti ( fondo famiglia, fondo studenti ecc.). Il fondo di solidarietà potrebbe così intervenire a favore di quelle famiglie in stato di bisogno senza essere costretti a stipulare assicurazioni con premi altissimi che coprono il rischio di impresa delle banche scaricandole sui consumatori.
Immaginare – conclude Giordano – che lo stato intervenga a favore degli strati più deboli della società con soldi pubblici, in un momento di forte crisi economica, e in una situazione di tassazione che ormai è intorno al 50%, è fuori dal tempo e dalla storia. Soltanto la sussidiarietà, la mutualità, la solidarietà e la responsabilità sociale degli istituti bancari possono rappresentare la strada per uscire dalla crisi”
NEGOZI “COMPRO-ORO”: VADEMECUM DI ADICONSUM PER VENDERE ORO
Sono oltre 20.000 punti vendita “Compro-Oro” nel nostro paese (con un aumento del 25% rispetto agli anni precedenti). Aperti soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, sono un giro di affari di circa 400.000 euro annui e un movimento complessivo di oltre due miliardi.
I “Compro-Oro”, mercati “alternativi” del credito per la cui apertura è sufficiente la licenza comunale, nascono come conseguenza della crisi economica e finanziaria delle famiglie.
Quali accorgimenti quando si vende ad un “Compro-Oro”. I consigli di Adiconsum:
informarsi sulla quotazione dell’oro;
confrontare i prezzi in più negozi;
verificare i carati in caso di acquisto;
non fidarsi del peso di chi acquista, l’oro, ma accertarsi prima del peso dell’oro che si vuole vendere.
Conti deposito. Quanto rendono e quanto vincolano i nostri soldi?
Adiconsum ha esaminato i “prodotti” di punta fra i conti deposito e servizi assimilabili, verificando sia i vincoli che i limiti di durata o importo, in virtù dei quali “non è tutto oro quello che luccica”. Il tasso creditorio “ a regime” spesso è sotto l’1%, perciò il rendimento elevato del primo periodo, riservato ai nuovi clienti, diventa presto un caro ricordo; oppure il vincolo delle somme è tassativo e se si necessita di disporre in anticipo sulla scadenza del proprio denaro si perde tutto il rendimento. Insomma bisogna scegliere oculatamente, gestire tempestivamente, cambiare banca al momento giusto (l’infedeltà premia), facendo attenzione a non sbagliare…
La tabella sotto riportata elenca le banche, i prodotti esaminati, le varie caratteristiche (rendimento pubblicizzato, tipo di vincolo e/o limite, tasso nominale e regime) e procede poi a quantificare il rendimento effettivo in euro, ipotizzando un deposito di 20.000 euro vincolato per due anni. A quel punto il rendimento lordo effettivo a due anni è calcolato come media ponderata dei vari tassi applicabili agli scaglioni di tempo o di importo. La colonnina delle note offre precisazioni fondamentali in ordine alle condizioni contrattuali, al regime di tassazione, alla tipologia di servizio (es. solo online oppure gestibile allo sportello).
Infine, Adiconsum ha stilato un Vademecum sui conti deposito, che contiene tutto ciò che occorre sapere ed offre preziosi suggerimenti.
Pietro Giordano, Adiconsum: “Solo ad ottobre vedremo il negativo effetto “arrotondamento” dei prezzi dovuto all’aumento dell’Iva”
Adiconsum chiede al Governo 4 interventi strutturali per ridurre il debito pubblico e innescare il circuito virtuoso
consumi-produzione beni e servizi-occupazione-sviluppo
Come purtroppo avevamo previsto – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – l’inflazione continua a salire, ma sarà ad ottobre quando l’aumento dell’Iva dispiegherà i suoi effetti negativi, che il tasso inflattivo aumenterà ancora, tendendo verso la soglia del 4%.
L’aumento dell’Iva sta producendo infatti, un effetto “arrotondamento” dei prezzi che a sua volta svilupperà un aumento dell’inflazione.
È ora – prosegue Giordano – che si realizzino riforme strutturali e si varino normative efficaci a partire da:
taglio radicale dei costi della politica e liberalizzazione di almeno parte dei servizi pubblici locali, troppo spesso cari e inefficienti
tassazione dei patrimoni immobiliari e mobiliari (tranne la prima casa), contenute nella “pancia” di società di comodo di proprietà di grandi evasori fiscali
vendita di almeno il 30% del patrimonio pubblico inutilizzato o sottoutilizzato (aree militari, palazzi ceduti ad affitti bassissimi o con costi di manutenzione altissimi, ecc.)
liberalizzazione delle libere professioni e annullamento delle caste come gli ordini professionali che fanno lievitare i costi a carico dei consumatori.
Solo così – conclude Giordano – si potrà coprire il debito pubblico corrente e si potranno abbattere le tasse in busta paga, sia quelle a carico dei lavoratori che quelle a carico delle aziende. Ciò comporterebbe un aumento dei consumi e l’innesco di un meccanismo virtuoso consumi-produzione beni e servizi-occupazione-sviluppo.
Pietro Giordano, Adiconsum: “Per rilanciare il risparmio servono liberalizzazioni, tassazione su patrimoni mobiliari e immobiliari,
e agevolazioni alle famiglie per il pagamento delle imposte
”
In mancanza di tali provvedimenti,
il rischio “stagflazione” è sempre più reale
Per il terzo trimestre consecutivo, rileva l’Istat, scende il potere di acquisto delle famiglie ed insieme ad esso anche la propensione al risparmio, a cui si aggiunge un altro dato negativo quello cioè dell’aumento degli stipendi che non è riuscito a coprire ad agosto neppure l’inflazione.
Una situazione – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – che stiamo denunciando da tempo e che rischia di peggiorare ancora di più con l’aumento della fiscalità nazionale e per i maggiori costi sui servizi, non più coperti dagli enti locali.
Adiconsum chiede che sia avviata immediatamente una stagione di crescita del Paese attraverso il recupero dell’occupazione e conseguentemente dei consumi e che sia riequilibrata la fiscalità sia quella IRPEF che quella indiretta, salvaguardando i beni di prima necessità.
Insieme alla crescita deve essere varata una serie di liberalizzazioni che sviluppino concorrenza; come devono essere introdotte da un lato forme di tassazione sui patrimoni mobiliari e immobiliari dall’altro soluzioni per i contribuenti che non riescono più, per gli enormi costi accessori, a pagare i tributi.
Con un’azione forte ed immediata sarà anche possibile rilanciare il risparmio delle famiglie attualmente eroso dalla crisi e dall’indebitamento che sta velocemente crescendo.
In mancanza di misure come quelle proposte – conclude Giordano – il rischio è di una stagnazione di durata molto lunga con conseguenze pesantissime sul Paese e sulla sua credibilità e affidabilità in Europa.
beneficiarie e al tempo stesso distributrici delle polizze
guadagnano provvigioni medie del 44%
Pietro Giordano, Adiconsum: “Il nuovo stop dell’Abi alla promulgazione del regolamento Isvap sul conflitto di interessiimpedisce di fatto il diritto di scelta del consumatore-mutuatario”
Sul libero mercato risparmi sul costo della polizza
fino all’83%
Adiconsum chiede all’Isvap di continuare sulla strada della trasparenza, della tutela dei diritti degli assicurati e della pluralità dell’offerta
Prosegue il botta e risposta Abi-Isvap sulle polizze assicurative emesse a garanzia dei mutui erogati. Dopo il ricorso al Tar del Lazio vinto dall’Abi contro il Regolamento 35 dell’Isvap sul conflitto di interessi delle banche in quanto beneficiarie e distributrici delle polizze, e l’adempimento da parte dell’Isvap di quanto disposto dal Tar, si assiste ad un nuovo stop dell’Associazione Bancaria Italiana alla promulgazione e quindi all’osservanza del suddetto Regolamento.
Sulle polizze assicurative emesse a garanzia dei mutui, le banche non sono solo beneficiarie, ma anche distributrici, con provvigioni medie del 44%.
L’atteggiamento delle banche – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – non permette di fatto al consumatore di poter scegliere la polizza a lui più conveniente. L’accesso al libero permetterebbe a quest’ultimo di risparmiare fino all’83% sul costo della polizza.
Il nuovo stop – prosegue Giordano – è strumentale e provocatorio e tende esclusivamente al mantenimento di privilegi antiliberali incuranti dell’Autorità Isvap e dei diritti dei consumatori.
Adiconsum – conclude Giordano – chiede all’Isvap di non ascoltare le “sirene” dell’Abi e di continuare sulla strada della trasparenza, della salvaguardia dei diritti e della pluralità dell’offerta, unica strada di tutela dei consumatori già pesantemente colpiti da tasse e crisi economica.